La difficoltà di propragazione delle radio a volte rende difficile comunicare con le barche che attraversano l'Atlantico. In questi giorni i contatti radio tra Omero Moretti su Freya e Pierluigi Zini (storico radioamatore che da anni segue navigatori e navigati) sono deboli e perciò anche il mio resoconto è scarno.
La tecnologia di internet via radioconsente però di comunicare un po' via mail anche mentre si attraversa l'Atlantico in barca a vela.
Freya si trova a 550 miglia da Faial, con vento tirato a 30 nodi e onde di 5-6 m (e la Freya diventa un frullatore per chi non è abituato a condizioni di questo genere); se il vento continua a essere favorevole da WNW, 17 o 18 aprile Omero e il suo equipaggio potranno finalmente mettere i piedi sotto il tavolo di qualche taverna di Horta.
I primi 4 giorni di navigazione sono stati duri, con 30 nodi di vento in faccia; poi la bonaccia. Adesso gli uomini della ciurma iniziano a mostrare i primi segni di stanchezza: dopo 15 giorni costanti di Atlantico, con i muscoli sempre in tensione per compensare il movimento, lo spazio limitato per muoversi, inizia a venire voglia di camminare, di svegliarsi alla matina e andare al bar dell'angolo a prendersi un bel cappuccino caldo con brioces.
Per noi che, ahimè, siamo a terra in questi giorni, non resta che sognare di fare la traversata atlantica prima o poi.
La Compagnia degli Skipper Oceanici la offre ogni stagione, su più barche: a novembre dalle Canarie alla Martinica, ad aprile da St Martin alle Azzorre.
Buon vento
Cassez la croûte, Monsieur le Président!
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Foto tratta dall’account Instagram
https://www.instagram.com/paulbocuse_officiel/
Gironzolando alcuni giorni fa su Instagram, tra vari post interessan...
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